Alla vigilia del campionato Under 19 provinciale , data prevista per il 23.10.2023 per il comitato Lnd di Messina, si sa pochissimo quante società parteciperanno:
Diamo per scontato nell'Under 19 Messina Girone A la presenza di :Messana 1966 , Gescal , Folgore Milazzo , G. S. Don Peppino Cutropia . SS Milazzo, Valle Del Mela Calcio , Torregrotta 1973 e Pro Mende Calcio
Nel Torneo Under 19 Messina Girone B: Atletico Messina, Giardini Naxos, Jonica F. C., Polisportiva Sant'Alessio, Valdinisi Calcio. Sicuramente mancherà una protagonista degli ultimi anni , il Città Di Taormina
Nell'Under 19 Barcellona Pg Girone A: Città Di Mistretta, Città Di S. Agata, Free Time Club, Giovanile Rocca, New Eagles 2010, San Fratello, Tortorici. Non dovrebbe esserci più un akltra protagonista dello scorso anno , l'ACR Castelluccese.
Infine l'Under 19 Girone B Barcellona Pg con : JSL Junior Sport Lab., Nebros Polisportiva Gioiosa Rodi Milici, Sinagra Calcio. La Nuova Igea Virtus , sarà una fuori classifica. incerta la partecipazione del Pro Falcone retrocesso in prima categoria.
Ma quante sono nel calcio moderno le vittime della “regola degli Under”? Tante. Lontani dai riflettori, dalle telecamere, dal calcio avveniristico dei milioni di Euro e del business.
La regola degli Under è quella norma che impone la presenza dei “giovani” nell’undici iniziale in Serie D e nelle serie minori.
Ma entriamo nel dettaglio:
Il Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti ha deciso in ordine ai seguenti obblighi minimi di partecipazione dei calciatori, in relazione all’età, per le gare dell’attività ufficiale della Stagione Sportiva 2023/2024, riferite alle Società partecipanti al Campionato Nazionale di Serie D, ai Campionati di Eccellenza e di Promozione, nonché alla Coppa Italia di Serie D, alla Fase Nazionale della Coppa Italia Dilettanti della L.N.D. e alle gare di spareggio-promozione fra le squadre seconde classificate nei Campionati di Eccellenza.
In Serie D le società dovranno schierare dal primo minuto almeno
Nr 1 un nato dal 1.1.2003, anni 20;
Nr 2 nati dal 1.1.2004 , anni 19
e Ne 1 nato dal 1.1.2005, anni 18
In Eccellenza
almeno ne 1 nato dal 1.1.2003 , anni 20
e nr 1 nato dal 1.1.2004, anni 19
In Promozione
almeno nr 1 nato dal 1.1.2003 , anni 20
e nr 1 dal 1.1.2004. 19
Le società hanno l’obbligo di rispettare, sin dall’inizio e per l’intera durata delle gare e, quindi, anche nei casi di sostituzioni successive, la disposizione minima di impiego dei calciatori indicata. Rimane inteso che debbono eccettuarsi i casi di espulsione dal campo e, qualora siano già state effettuate tutte le sostituzioni consentite, anche i casi di infortuni dei calciatori.
Previa approvazione del Consiglio di Presidenza della L.N.D. e fatta salva l’applicazione minima della norma stessa, i Comitati potranno comunque prevedere, per i rispettivi Campionati di Eccellenza e di Promozione, disposizioni aggiuntive a quelle previste dalla direttiva suindicata, sempre che non venga superato il contingente complessivo di tre calciatori. Il Consiglio di Presidenza della L.N.D. è, altresì, competente a deliberare in ordine alla concessione di eventuali deroghe richieste dai Comitati per innalzare da tre a quattro il contingente complessivo dei calciatori da impiegare obbligatoriamente.
La regola impone quindi agli allenatori di schierare un tot di calciatori giovani, e di non stravolgere il tutto nemmeno a partita in corso. Sarebbe dovuta essere un’opportunità per le giovani leve, è diventata in realtà una preoccupazione.
In tanti una volta usciti dalla fascia degli under hanno smesso di giocare. È servito ad alimentare sogni vani, speranze, in chi pensava di poter avere un futuro nel mondo del calcio ma in realtà è stato solo spremuto fino all’osso da società costrette a far giocare i giovani, salvo poi uscire da qualunque progetto a medio termine nel momento in cui l’anno di nascita non costituiva più il lasciapassare.
Si ritrova assolutamente contrario a questo sistema Gianfranco Cicchetti, agente di diversi calciatori impegnati nei campionati di Lega Pro e Serie D, uno dei migliori procuratori sportivi per queste categorie. Il noto agente ci esprime le proprie idee: “Ritengo che la regola degli under sia assolutamente un danno per tutto il movimento. Per i club, che sono costretti a far giocare talvolta giovani calciatori che non sono ancora pronti e che il più delle volte non meriterebbero di giocare, per gli stessi giovani calciatori che vengono ‘usati’ durante gli anni di obbligatorietà e poi scartati e illusi dopo aver anche totalizzato 90 presenze in tre stagioni. E’ studiato che soltanto una piccolissima percentuale di questi ragazzi riescono a scalare le categorie e arrivare in serie A e B. Dopo quasi venti anni che esiste questa regola, e ricordo che dagli iniziali due elementi obbligatori in serie D si è passati qualche anno fa a quattro, devo assolutamente ribadire che si tratta di un orientamento sbagliato, che non serve a nessuno”. Ma quindi qual è la strada da seguire per riformare il calcio italiano e dare garanzie ai giovani nostrani? “Per incentivare lo sviluppo dei vivai bisogna prendere a modello il sistema tedesco: obbligatorietà di un accademia giovanile per i club professionistici, seconde squadre e strutture e stadi avveniristici. Il calcio giovanile italiano non deve puntare sulla quantità ma sulla qualità. Se un giovane è bravo, gioca e va avanti lo stesso, senza che ci sia bisogno di alcuna obbligatorietà”.
Di parere diverso, invece, Alessandro Orlandi, direttore area tecnica di Studio Assist & Partners, che ci spiega il proprio punto di vista: “Indubbiamente dal punto di vista tecnico e mentale è un regola che permette la formazione dei giovani calciatori. Di certo non è facile nell’immediato contestualizzarsi e soddisfare le aspettative dei club per un giovane appena uscito dal settore giovanile. Sono per la selezione naturale sul campo, ossia gioca chi merita e chi lavora con costanza nel quotidiano, giovane o meno giovane che sia. Direi perciò, favorevole con riserva a queste regole”. Rimane favorevole quindi, Orlandi, che però non si sottrae alla riflessione su come poi alcuni calciatori rischino di scomparire quando non sono più under: “Per questo ho utilizzato la riserva nel mio essere favorevole. Sarebbe ideale trovare la formula che abbinasse equamente meritocrazia e formazione”
Vittorio Galigani, ex dirigente di numerose squadre tra cui Milan, Pescara e Taranto con una carriera alle spalle di tutto rispetto, cerca invece una soluzione “rivoluzionaria”. E ce la racconta così: “La mia idea sarebbe quella di imporre il limite di calciatori over 25 che sono impiegabili in una partita. E vi spiego perché: tra i dilettanti il contratto ha un vincolo fino ai 25 anni, quindi la cosa giusta sarebbe che potessero giocare soltanto 4 over 25. Altrimenti diventa il cimitero degli elefanti, perché in seguito tanti calciatori che hanno giocato perché erano under non vengono poi più utilizzati e addirittura smettono di giocare. Basti pensare a tutti i classe ’94 che quest’anno non hanno trovato squadra. Adesso, ad esempio, vanno di moda i portieri classe ’97, ma a quell’età in un ruolo così delicato non si è ancora pronti nella maggior parte dei casi”. Ma l’analisi dell’ex direttore sportivo è ben più profonda e va ad investire anche il settore giovanile: “Il problema è quello delle giovanili. Da noi c’è difficoltà a far giocare i nostri ragazzi. Anche in Primavera ci sono tanti stranieri, secondo me è sbagliato questo, così come la regola degli under. Anche in Serie D come under giocano giovani provenienti dalla primavera di società di Serie A e B o dalla Lega Pro, questa è la dimostrazione del fallimento dei settori giovanili delle squadre dilettantistiche”. Lo stesso Galigani si pone – e ci pone – un interrogativo: “Come possiamo fare la formazione dei giovani se le regole che impone la federcalcio sono queste?”. Urge una risposta, e un’analisi profonda di cosa è, e cosa è stata in questi anni, l’imposizione della regola degli under. Un problema, più che una soluzione.
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