San Filippo del Mela
Riconoscimento per il giovane calciatore Giovanni Dragà, (classe 2005), per la nuova avventura con la maglia del Bologna F C, dalla stagione 2019/2020
Dopo il riconoscimento dell'amministrazione comunale di San Filippo dello scorso giugno , anche la "Scuola Calcio Rinascita Filippese" e tutto il pubblico presente al Trofeo Madonna del Carmelo , ha voluto augurare un "in bocca al lupo" alla nuova promessa del calcio per l'importante traguardo,
Era un sogno, ed è diventando realtà.
La Scuola Calcio Segato di Reggio Calabria ha perfezionato l'accordo con la società Bologna F C, per la cessione dei calciatori Diego Benedetto e Giovanni Dragà anno 2005, che dalla stagione 2019/2020 disputeranno il campionato Nazionale Under 15. Giovanni Dragà, che è già un giovane talento, è originario di San Filippo del Mela ed ha mosso i primi calci al pallone con la Vincenzo Patti e, successivamente con con la Folgore, entrambe squadre di Milazzo. A 9 anni e stato notato dalla Segato Juventus di Reggio Calabria dove a giocato fino a oggi. Con la Segato ha vinto un campionato italiano U10 CSI e due volte il campionato regionale U12 calabrese. E’ stato invitato per degli stage dalla Juventus, Spal, Genoa e Sampdoria e dal Bologna.
L’incontro cordiale tra il Responsabile del settore giovanile del Bologna FC, Daniele Corazza, il presidente della Segato Agostino Cassalia ed i genitori dei giovani calciatori ha di fatto sancito l’accordo per il trasferimento di Benedetto e Dragà al Bologna. A breve i genitori dei ragazzi saranno invitati a Bologna per le logistiche (iscrizione a scuola ecc. ).
Auguri alla giovane promessa filippese e congratulazioni alla sua famiglia
Inoltre ci saranno alcuni compagni di squadra, Santo Benedetto anche lui al Bologna il prossimo anno, Francesco Palamara che andrà alla Fiorentina, entrambi Reggini.
Grazie alla "Scuola Calcio Rinascita Filippese" per il pensiero rivolto a Giovanni, che vuol dire anche di :
"non perdere la passione per il gioco, la voglia di correre e divertirsi;
non farsi travolgere e stravolgere dalle luci della ribalta, dal successo, spesso effimero, e dal troppo denaro.
Il calcio moderno, come non va demonizzato, ma è necessario un ritorno alle origini, al giocare per il giocare.
Per questo fa bene ritornare con la mente i primi calci sui campi di provincia, in quei campi dove, lì vicino, spesso, passa il treno”.